Fra minori stranieri e adulti senza lavoro. Quando la psicologia cura le «periferie esistenziali»
Da il giornale “Avvenire” del 11-11-2017
E’ dedicata alle “periferie esistenziali” la Giornata nazionale della psicologia che si celebra fino a sabato. Periferie intese come luoghi lontani dell’animo, di chi si sente emarginato. L’Ordine degli psicologi della Lombardia ha individuato due progetti di intervento gratuito.
Il primo è stato realizzato per il Comune di Buccinasco (Milano) grazie all’associazione Banca del Tempo sul tema della “solitudine”. Il progetto è stato messo a punto da un team di tre psicologi under 35, che ha intercettato l’allarme sociale di chi, avendo perso l’impiego, si trova indebolito nella propria identità, con poca autostima e senza speranza. Monica, 49 anni, argentina, sposata, due figli, ha raccontato commossa la sua assunzione come baby sitter dopo aver frequentato cinque incontri organizzati alla Cascina Robbiolo: «Ero una dirigente scolastica, in Italia mi sono reinventata una professione dopo aver frequentato un corso di assistente per l’infanzia. Il gruppo dei miei compagni disoccupati è stato fondamentale. Quasi tutti ora hanno un posto. Ci incoraggiamo a vicenda, abbiamo imparato a fare un bilancio delle competenze e a tirare fuori le nostre capacità». L’importanza del ruolo giocato dalla mente nella ricerca di un lavoro è stato evidenziato da Riccardo Bettiga, presidente dell’Ordine degli psicologi lombardi: «La psicologia non è solo uno strumento di cura, ma una professione per favorire il benessere e lo psicologo un facilitatore di processi relazionali. Per garantire occupazione non basta creare posti di lavoro, occorre anche una disposizione psicologica».
Dei migranti, secondo tipo di “periferia”, si occupa la cooperativa Crinali con un servizio di clinica transculturale attivo dal 2003 al Consultorio familiare integrato di largo De Benedetti 1, a Milano. I servizi di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza possono inviare minori stranieri e parenti. «Uno dei problemi più comuni – spiega Maria Luisa Cattaneo, psicologa e psicoterapeuta – è il conflitto tra le generazioni, soprattutto per le ragazze. I genitori le vogliono inserite nella società, ma allo stesso tempo non diverse dai propri modelli tradizionali».
Giovanna Sciacchitano