“aspettavate braccia, sono arrivati uomini”.
La crisi che stiamo vivendo ha cambiato e continua a cambiare profondamente la condizione di vita di tutti noi, il processo d’impoverimento sta determinando l’approfondimento delle disuguaglianze sociali e ha provocato e alimenta profonde lacerazioni nel corpo vivo del tessuto sociale colpendo naturalmente la parte più debole. Ne è stato investito il mondo del lavoro, l’economia delle famiglie. E se prima della crisi il welfare garantiva un minimo di sostegno, di integrazione sociale e di cura, oggi, con i tagli alla spesa pubblica, il welfare state come l’abbiamo conosciuto ha avuto un forte ridimensionamento.
I fattori che approfondiscono le diseguaglianze sociali sono, la crisi del modello di sviluppo, la prospettiva di una stagnazione secolare, i grandi processi di migrazione, il terrorismo e l’insicurezza del quadro in cui viviamo.
Tali elementi rendono ancora più impellente il dispiegarsi pieno della proposta e funzione della BdT , confermano la lungimiranza del nostro progetto e sollecitano un’accelerazione di tutti gli elementi costitutivi del nostro discorso.
Il fiorire delle forme di mutuo aiuto l’attenzione che le amministrazioni locali e nazionali rivolgono al nostro progetto, è il frutto del lavoro che abbiamo messo in campo.
Oggi quindi, dobbiamo dispiegare con forza le nostre capacità e valori per far fronte a questa situazione.
Lo scambio paritario del tempo ci dice che possiamo contribuire ad avere una forma di economia alternativa al mercato.
Le profonde trasformazioni in cui alcuni diritti fondamentali dell’uomo come il lavoro, la prospettiva di un progetto di vita soprattutto per i giovani, sembrano essere travolti dalla crisi infinita che ha colpito l’occidente. Lo stesso flusso immigratorio che ci troviamo ad affrontare ci dice come vaste aree del mondo pongono gli interrogativi primari sulla capacità dell’umanità di farsi carico di questi problemi.
I Valori che abbiamo acquisito debbono essere messi in campo con assoluta determinazione: quando parliamo d’inclusione o di dignità della persona per cui nello scambio paritario accettiamo di entrare in relazione con’ “l’altro”, dobbiamo sapere che questo significa organizzare nelle nostre realtà, all’interno delle banche, laboratori di lingua italiana per stranieri, scambi culturali tra paesi e genti di diverse nazionalità, cioè mettere in campo l’inclusione e l’accoglienza, contrapponendoci a un mondo che alza muri e barriere. Ricordo la frase di un correntista di una nostra banca multiculturale che ci disse a proposito di se stesso emigrato (laureato) “ Aspettavate braccia, sono arrivati uomini”.
Gli stessi progetti che stiamo attuando, per es. rivolti ai giovani in difficoltà o alle nuove povertà attraverso lo scambio paritario , devono parlare non solo di “solidarietà” ma di un nuovo concetto di umanesimo.
Penso che “la rivoluzione associativa “che sta determinando una presa di coscienza di forme di nuova economia, di produzione di beni alimentari e non solo, di ecologia, di forme di riuso rappresenta il motore verso un nuovo modello di società in contrapposizione a una visione tutta centrata sul mercato come un dio padrone.
Dal punto di vista economico, le bdt, sono generatori di ricchezza ma sono, soprattutto in questo momento storico, un potente generatore di capitale sociale. Capitale sociale che dobbiamo sempre più mettere a disposizione nei nostri territori perché divenga forza attrattiva e di cambiamento delle condizioni di vita: autoorganizzazione, Sharing economy sono fenomeni sempre più alla nostra portata, se sapremo sprigionare tutta la forza contenuta negli elementi costitutivi del nostro discorso; lo scambio paritario sta alla Sharing economy come l’autorganizzazione sta alla rivoluzione associativa- come sostiene Paul Mason, citando più volte la Banca del tempo, nella sua interessantissima riflessione sul Post-capitalismo, come una delle risposte più originali e innovative alla crisi attuale.
A oggi, possiamo affermare, che con la costituzione dell’Associazione Nazionale, abbiamo ripreso, in un contesto molto cambiato, il cammino del radicamento e dell’espansione delle Banche del Tempo, in tutto il territorio nazionale.
Questo ha comportato certamente un lungo e faticoso cammino che abbiamo intrapreso con consapevolezza. Le banche del tempo sono cambiate anche perché hanno saputo leggere i mutamenti avvenuti nella società, certamente gli scambi rispondono alla risoluzione di piccoli problemi del quotidiano, ma rispondono sempre più a una richiesta di socialità, di partecipazione, di sicurezza.