Storia di una normale generosità
Alì Terme 27/04/2020
Erano i primissimi giorni del mese di marzo di questo anno bisestile, stavo assorta nei miei pensieri molto tristi e non avevo voglia di fare niente, al contrario della mia natura fattiva, gioiosa, comunicativa con chi mi sta a cuore, a partire dai familiari e poi i Soci della BdT, gli Amici che sono tanti.
Ripassavo i momenti dolorosi della dipartita del mio Compagno di vita per 62 anni ed oltre, … la mia solitudine, i miei giorni avvenire…pensavo ai miei figli e alle loro famiglie dove qualche problema c’è sempre.
Dicevano i vecchi: “Figghi picciriddi, guai picciriddi, figghi ranni, guai ranni, maritati dupplicati!”
La televisione da giorni ci metteva in allarme per questa Pandemia che ha sconvolto la vita di ogni Essere Umano, ma io ero senza forze, inerme.
Una telefonata inaspettata dal sindaco, lui sapendo che ho sempre cucito, mi chiese se avrei confezionato delle mascherine per la gente del Paese! Come potevo spiegargli il mio stato d’animo? E poi, comprendendo il momento di bisogno che c’era, come potevo rifiutarmi?
Inoltre da quando è nata la BdT di Alì Terme, cioè da 23 anni, nel 1997, abbiamo sempre collaborato con il Comune, non potevo proprio adesso venire meno ad un impegno che, anche se non è scritto è sempre stato fatto reciprocamente.
Mi sono imposta di farmi venire la voglia di fare, ho chiesto collaborazione alle Socie della BdT che sanno tenere e usare l’ago e siamo partite con le prime 200 mascherine, i Soci che non sapevano cucire si sono prodigati diversamente, fornendomi dei tessuti, ho rinunciato pure al mio riposino pomeridiano, intanto servivano quelle per le nostre famiglie, per il mio Condominio, per le persone che ce le chiedevano. E chi si è più fermato? Esaurita la stoffa che il Comune mi aveva fornito, abbiamo usato le parti buone di vecchie lenzuola, abbiamo trovato nei cassetti i ritagli di tanti lavori del passato con i quali non si sarebbe potuto realizzare nient’altro che mascherine. Abbiamo finito spagnolette che non sarebbero mai finite, abbiamo usato cordella ed elastico di tutte le forme. Il ferro elettrico sempre acceso. Ho chiesto e ricevuto da amiche generose, altre spagnolette, altro elastico.
Le richieste di mascherine non finivano, dalle Suore, dai Comuni vicini, ecc… A conti fatti oltre 500 mascherine, sempre più perfezionate e di tutti i colori.
Intanto parecchio tempo prima, verso giugno del 2019, avevo preso un impegno con i miei amici Orazio Maria Valastro e Maria Crivelli, Presidenti dell’Associazione “Le Stelle in Tasca” di Catania. Loro con affetto e stima nei miei confronti mi avevano chiesto di fare parte della Giuria per la 5^ edizione del Concorso Trinakìa, ed io molto titubante, su loro insistenza avevo accettato senza sapere tutto lo scompiglio che poi sarebbe avvenuto nella mia vita.
Adesso che il coronavirus ha stravolto la vita di tutti e abbiamo dovuto cambiare i programmi della nostra quotidianità, è arrivato pure il tempo della scadenza per l’impegno che avevo preso. Quindi mi prendo una breve “vacanza”, lascio riposare il ferro da stiro e la macchina da cucire e cambio “mestiere”. Leggo i racconti che mi sono stati affidati, alcuni mi coinvolgono veramente, altri meno, è la prima volta che mi trovo in questa veste e vorrei essere corretta nei confronti delle Persone (anonime) che hanno messo il loro impegno per partecipare al Concorso.
Da domani ritornerò a fare mascherine, arrivano richieste da tutte le parti. Mi auguro con tutto il cuore che rimangano inutilizzate e siano solo un triste ricordo di un periodo mai immaginato da nessuno nella Storia del Mondo.
Nina Di Nuzzo