La Banca del Tempo, lo scambio come alternativa alla crisi
Fonte: www.riverflash.it
di Francesco Angellotti
Viene bombardato in testa il concetto che dobbiamo affrontare il momento di crisi, e solo facendo sacrifici ne potremo uscire fuori. Niente di più giusto, il concetto è ovvio: tutti dobbiamo scoprire il nostro spirito solidale, e avere un’ottica “al risparmio”, evitando sprechi inutili, anche se piacevoli.
A questo punto si potrebbe inserire il discorso che viene imposto, cioè il discorso di restringimento dei beni di vita a tutte le persone indifese, mentre per coloro che possono disporre di Grossi Capitali sanno come fare Affari; tanto non si guarda al progresso ma all’interesse.
Sarebbe un discorso lungo e molto acceso, ma noi non abbiamo intenzione d’elevarci nelle Alte Sfere del firmamento economico, riservato a pochi che sono sempre meno, ma pensiamo ad arrangiarci nella situazione di ristrettezze che ci incombe addosso.
Facile è la protesta, il più delle volte strumentalizzata e coordinata verso direzioni faziose e poco lucide. Questo atteggiamento cerca di trascurare le forme di “aiuto popolare”, che si crea spontaneamente e produce un momento d’unione personale, oltre che di attenuazione dei bisogni quotidiani.
Esempio, la Banca del Tempo a Terni ha preso un’iniziativa, che già ha avuto successo negli anni scorsi e di cui già abbiamo parlato con ammirazione.
Nel mese di giugno, tutti i martedì, chi possiede qualsiasi cosa ancora in buone condizioni, ma di cui non usufruisce più, può offrirla presso gli edifici della Banca del Tempo, ove può prendere qualsiasi cosa che presume possa averne un utilizzo. Da attrezzi a vestiario, libri, ornamenti… qualsiasi cosa. Senza mettere in moto alcun giro economico, né fare uno scambio quantificando il valore del dato e del preso. Si prende quel che può essere utile e si porge ciò che non è più usato.
L’iniziativa, che durerà tutto giugno, si potrebbe riprendere per tutto il mese di settembre; la sua rispondenza avvallerebbe la tesi che come forma di sostentamento dovrebbe avere una efficienza continua: evitando le spese e attenuando le privazioni.
Cerchiamo, giustamente, di vedere cosa c’è dietro questa forma di scambio, in cui non appare che possa sorgere interesse, perché non c’è un giro di soldi. In fondo ogni cosa è condotta dal vil denaro, anche le manovre più misere e più arrangiate; tipo la traversata del Mediterraneo in barchetelle precarie e scassate, riempite 3 – 4 volte oltre la portata massima e quindi in pericolo che spesso si traduce in sciagura. Ma tanto i proventi della traversata clandestina sono già stati rubati, quindi se muoiono migliaia di profughi, non è un dato rilevante.
Ma in questo scambio presso la Banca del Tempo, cosa ci sarà dietro?
Umanità. Solo Umanità, che cerca di attenuare le difficoltà di tutte le persone in condizioni di bisogno, creando alternative al Mercato, che non bada a limitare il consumo perché è dalla produzione che si ottiene profitto, quando è sfruttamento perché acquistato.
Ma il momento attuale, in cui bisognerebbe trovare una nuova forma per bilanciare i Costi di Produzione e il Reddito di Mercato, non presenta alternative al discorso del Consumo, già verificato come perdente perché sproporzionato.
Per cui l’alternativa, che non ha pretese di risolvere la situazione sull’ ”Impostazione Economica”, presenta un assolvimento delle spese, non buttando quel che ha perso utilizzo, ma riciclandolo fino alla fine. E’ un Mercato di scambio abbastanza Grande, che speriamo acquisti dimensioni sempre più importanti, perché è la risposta giusta al Sistema Consumista, che non può pretendere di creare prodotti a gettito continuo, se non sostiene la ricettività che, invece, si è disintegrata.
Se certi principi li ho capiti io, possibile che i Grandi Economisti non ci arrivino al fatto che si stanno dando la Zappa sui Piedi?