Comunicazione presentata alle Banche del Tempo della Lombardia nella riunione del 16 Gennaio 2016

WP_20160116_004In seguito al direttivo dell’ANBDT dell’ 8 e 9 Gennaio 2016, il Coordinamento Banche del tempo di Milano e provincia ha convocato le bdt della Lombardia iscritte per discutere delle linee guida emerse nel direttivo stesso, a proposito della continuazione dell’attività secondo premesse ben precise, rivolte sia alle banche del tempo che alle/i eventuali candidate/i al prossimo Consiglio Direttivo Nazionale. Erano presenti anche Giuliana Biasio e Andreas Semrad di Bolzano, nonchè Armando Lunetta in rappresentanza del Coordinamento Regionale della Sicilia.
 

 

Questo il documento emerso:

 

RIFLESSIONI E PROPOSTE SULLE BDT

PREMESSA

Ormai emerge da più parti la consapevolezza che occorre fare una profonda riflessione sulla nostra associazione, che bisogna inventare uno sguardo diverso sulla realtà, una nuova capacità di vivere il tempo e di sognare. Le trasformazioni sociali si sono avviate, il mondo, la gente, la cultura si sta modificando e noi dobbiamo lavorare per avere le idee chiare su dove vogliamo andare perché il cambiamento sociale va gestito non subito

Siamo cresciuti in questi anni, grazie all’impegno, alla tenacia e alla passione di chi ha sempre portato avanti e creduto nei valori e nel ruolo sociale di questa associazione.

Siamo cresciuti così imprevedibilmente che siamo entrati nella fase della “crisi della crescita”. In tutte le associazioni, imprese, aggregazioni collettive dopo una prima fase di start-up, di nascita e di sviluppo sul mercato o nel sociale, scaturisce la cosiddetta “crisi della crescita”, che significa che qualsiasi organizzazione non può più essere gestita se si utilizzano le tecniche o parametri organizzativi propri della fase della nascita. Tutto sfugge, niente può essere quantificato e solitamente non si riesce a gestire ciò che non si è in grado di misurare. Bisogna passare dalla fase auto-organizzata ad una fase più organizzata.

E’ bene ricordare le tre caratteristiche della nostra associazione:

  1. viene costituita, dal basso, per promuovere gli interessi comuni dei suoi membri;
  2. l’appartenenza è volontaria;
  3. il potere del leader influenza una sfera molto ristretta della vita dei membri che sono liberi di lasciare l’associazione se non condividono l’operato dei suoi leader;
  4. non rientra fra quelle associazioni che svolgono funzioni assistenziali sociosanitarie e, come tali, ritenute socialmente rilevanti e valutate positivamente da vari settori della società, i quali forniscono legittimazione ideologica, sostegno politico e risorse economiche.

Fatta questa premessa, passiamo, in forma didascalica alle proposte:

  1. Bisognerà, a nostro avviso, fare un ulteriore lavoro di conoscenza di analisi e un check-up sullo stato delle BdT in tutto il territorio nazionale aderenti all’ANBDT. Costruire un report sullo stato di salute reale di tutte le BdT, dalla più piccola alla più grande, per rilevare e ragionare sui vincoli e opportunità che si registrano nelle varie realtà territoriali. Questo lavoro può essere fatto dai coordinamenti regionali ( dove esistono) o da quelli provinciali (dove esistono) tramite un questionario strutturato.

In particolare si dovrà esplorare lo stato di salute delle BdT sui seguenti temi:

  1. Come funziona la rete delle BdT ai vari livelli territoriali e la coerenza con gli obiettivi statutari.
  2. Come avviene la selezione dei quadri dirigenziali e la verifica delle capacità di relazione con il territorio e con gli amministratori locali.
  3. Come si crea lo scambio tra le Bdt e il mondo giovanile e della scuola
  4. Quale iniziative si pongono in essere per la sharing economy o l’economia condivisa
  5. Quali iniziative si pongono in essere per l’attuazione delle politiche per il coordinamento dei tempi delle città (piani territoriali degli orari) .. vedi L 53/2000 e LR 28 del 28 ottobre 2004
  6. Come le Bdt attingono alle fonti di finanziamento.
  7. Come creare una costante comunicazione tra l’ANBT e le realtà locali.
  8. Come fare formazione dei quadri a livello regionale e nazionale per garantire una coerenza tra la gestione delle problematiche locali e le strategie di politica sociale nazionale.
  9. Come consolidare le strategie di comunicazione con i media a livello territoriale e nazionale.
  1. Oltre lo scambio: ridisegnare il ruolo delle Bdt in questo momento di cambiamento della società, e costruire le direttrici del nostro cambiamento. All’interno del Terzo Settore come possiamo ritagliarci un ruolo significativo e quale contributo possiamo apportare per concorrere alla costruzione di un mondo migliore?
  2. Di fronte ai grandi temi politici e sociali: le migrazioni, la vecchia e la nuova povertà, i giovani, il lavoro, l’ambiente, etc. come ci collochiamo? Quale sono le nostre riflessioni e le nostre proposte?
  3. Stesura di un Manifesto dei valori e del ruolo politico delle BdT, riconosciuto da tutte le realtà territoriali che tracci la visione politica della società che vogliamo costruire e come siamo attrezzati per contribuire al processo di cambiamento economico, sociale, ambientale e culturale.

Bisognerà dare risposte a queste e altre domande privilegiando prima quelle strettamente connesse alla nostra identità e riconoscimento e poi alla nostra azione politica sulla società.

Come fare tutto questo?

All’incontro che si è tenuto presso la sede di Via Miramare erano presenti le banche del tempo di Gallarate, Saronno, Milano Sud, Bresso, Baranzate, Buccinasco, Cremona, Passatempo Milano, Milano Baggio, Pero, Melegnano, Milano Centro Storico, Inzago, Carnate, Cusago, Caltanisetta (Sicilia).

Per l’Associazione Nazionale Banche del tempo erano presenti Grazia Pratella (Milano), Fiora Cappa (Gallarate), Giuliana Biasio (Bolzano). Con Giuliana Biasio era presente Andreas Semrad, socio della Bdt di Bolzano, che si sta occupando del sito della ANBDT.

Viene chiarito il motivo della riunione organizzato dal Coordinamento Banche del tempo di Milano e provincia: a breve ci sarà l’assemblea per il rinnovo dei referenti dell’ Associazione Nazionale, è quindi importante capire se le banche del tempo la riconoscono, se se ne sentono parte, se sentono l’identità e l’appartenenza, come vivono l’organizzazione delle bdt, come pensano di fornire informazioni e collaborazione all’ ANBDT rispetto a quelle che sono le caratteristiche dei loro territori, nonché cosa chiedono/suggeriscono all’ANBDT per rendere maggiormente incisivo il suo intervento sui territori stessi.

Il direttivo nazionale dell’ 8 e 9 Gennaio ha individuato alcune linee guida in previsione dell’assemblea nazionale per raccogliere dalla base proposte e candidature per il rinnovo degli organismi statutari.

Le linee guida potrebbero basarsi su due parole chiave che potrebbero essere identità e organizzazione.

Per raggiungere gli obiettivi bisognerà operare una analisi socio/politica della situazione attuale e una analisi dei territori in cui si opera, valutando la consapevolezza che le Bdt hanno del loro rapporto con il territorio e della loro partecipazione attiva a diventare coprotagonisti del cambiamento.

Obiettivo fondamentale è essere soggetto nazionale all’interno delle politiche del welfare, ovvero delle politiche sociali all’interno del terzo settore.

La proposta organizzativa dovrà tener conto dell’analisi nazionale e dell’analisi territoriale proponendo modelli da elaborare in risposta alla domanda su come conciliare l’organizzazione territoriale con quella nazionale alla luce della suddetta analisi e tenendo ben presente la proposta politica.

Le persone che si candideranno dovranno avere una idealità politico/sociale e delle competenze organizzative. Una candidatura cioè consapevole che porti competenze da parte di persone che possano dare il loro contributo per traghettare la ANBDT verso mete più ampie.

L’incontro è iniziato con una presentazione da parte di Grazia Pratella delle slides che Marialuisa Petrucci aveva preparato in occasione della Biennale di Prossimità di Genova come contributo dell’Associazione Nazionale. In queste slides si parte dall’esperienza singola della bdt, successivamente legata con altre a livello territoriale, poi collegata attraverso l’ANBDT a tutta la nazione italiana e alle esperienze internazionali, e nei singoli territori alle realtà quali i Municipi, gli oratori, i gruppi di cittadini, le scuole e le altre associazioni.

Successivamente abbiamo avuto la presentazione delle singole banche del tempo e delle loro ricche e diversificate attività (diversificate perché comunque le banche del tempo hanno nel loro DNA il collegamento con i territori di cui fanno parte).

Tutti i presenti hanno raccontato la loro esperienza di prossimità, di collegamento ad altre associazioni, gruppi e movimenti sociali e culturali evidenziando alcuni importanti risultati raggiunti; molte Bdt ad esempio hanno al loro interno o collaborano con GAS (gruppi di acquisto solidali) per rendere le persone sempre più consapevoli rispetto alle scelte nei consumi, altre collaborano con ASL per attività come i gruppi di Cammino, con Aziende ospedaliere per sperimentazioni di supporto alle attività rivolte a soggetti fragili, con Proloco per la cura dei monumenti e del territorio, altre con associazioni quali Libera come lotta contro la Mafia, spesso le banche del tempo si sostengono per fornire aiuti rispetto ai bisogni (esempio medico per lo “spazio pesata” dei neonati) oppure supportano il Comune per attuare un progetto sperimentale e innovativo L’aiuto viene donando, che coinvolge la bdt capofila, l’Ente locale e chi riceve un aiuto economico.

Si nota anche una diffusione delle banche del tempo almeno per quanto riguarda la Lombardia.

Questo presuppone un legame non vincolante ma fluido che permetta il passaggio di informazioni, comunicazioni e formazione.

Ovviamente la formazione deve spettare all’ANBDT che se ne dovrebbe fare carico a livello nazionale proprio per diffondere in modo capillare le informazioni ma soprattutto una modalità di approccio alle persone, agli Enti, alle comunità in generale che contenga i valori delle banche del tempo, cosa non possibile da fare a livello individuale o anche di raggruppamenti territoriali. Sarebbe quindi opportuno che tutti si sentissero partecipi di un progetto generale offrendo le loro competenze in un quadro organizzato di formazione e diffusione delle conoscenze, non quindi in modo sparso e in alcuni casi contraddittorio e inconcludente.

Fiora Cappa ha posto ai presenti delle specifiche domande:

Vogliamo che l’ANBDT possa continuare? All’unanimità la risposta è stata SI.

La seconda domanda era: il ruolo dell’ANBDT quale soggetto politico nazionale?

Si può affermare che le bdt presenti alla luce dei chiarimenti ed approfondimenti forniti hanno espresso la loro adesione convinta a questa linea progettuale e programmatica che il direttivo ANBDT sta portando avanti.

In molte BdT nasce la richiesta che l’associazione nazionale acquisti sempre più visibilità, diventi un motore verso il pubblico, verso la società e si augurano che l’identità e i valori fondamentali della associazione si affermino con chiarezza e siano sempre più condivisi.

Dopo 20 anni c’è una crisi di crescita, fa rilevare Laura Disilvestro riprendendo la relazione di Armando Lunetta che ha fornito il suo contributo per conto del Coordinamento regionale Sicilia , occorre quindi sviluppare in modo più chiaro quali debbano essere i compiti delle diverse persone che faranno parte del futuro direttivo.

Inoltre anche i gruppi dirigenti delle singole BdT devono sempre più migliorare la comunicazione tra di loro così che tutti siano informati e le decisioni siano chiare e condivise in uno spirito di collaborazione e di comprensione reciproca e circolare.

Viene quindi ripreso l’intervento della psicologa Marialena Tamino che ha affrontato il tema della comunicazione intercorrente fra i “vertici” e la “base” che presuppone “chiarezza” e “onestà intellettuale”, non solo, anche continui feed back.

Si invitano cioè le bdt a essere presenti, a partecipare ai momenti di elaborazione e decisione cittadini, regionali e nazionali e condividere le loro esperienze e capacità.

Rispetto alla funzione sociale delle singole BdT possiamo dire che tutte le bdt per quanto le conosciamo hanno sviluppato in questi anni in modo spesso spontaneo un legame con il territorio che si manifesta attraverso azioni e progetti che possono sembrare piccoli ma in realtà sono originali e efficaci da estendere come esperienza. Occorre però sviluppare consapevolezza sull’importanza di quanto facciamo non lasciandolo cadere ma rafforzandolo perché sempre più stiamo assumendo una funzione sociale e siamo conosciuti.

Riportiamo qui sotto le osservazioni sull’incontro della psicologa:

“Ho sentito l’importanza di partecipare ad un incontro che può segnare un passaggio verso un cambiamento significativo dell’organizzazione per renderla più efficace e aderente ai bisogni di una società in continua trasformazione.

Ho assistito a relazioni interessanti, una partecipazione vivace e propositiva.

Mi è parso unanime il riconoscimento della necessità della rete locale e nazionale per ottenere sempre maggiore visibilità.

Ho notato alcune difficoltà nella comunicazione che presuppone fiducia reciproca, relazioni tra le persone e reciprocità per essere efficace e il tema della opportunità di una formazione su base unitaria e con una ricaduta capillare mi pare centrale.

Occorre che si risponda alle richieste di avere un sistema organizzato secondo regole precise non solo legate all’improvvisazione o buona volontà dei singoli gruppi.

Come considero importante fare riferimento con sicurezza ai valori fondanti che caratterizzano l’Associazione e che forse non sono così scontati per tutti. Costituiscono le radici di un albero con tanti rami protesi verso un futuro che possiamo solo intravedere facendo tesoro dell’esperienza consolidata .

Occorre una formazione che sia trasmissione di saperi accumulati nel tempo e si avvalga di tecniche innovative. Aspetti strutturali ed affettivi, funzioni della leadership, assunzione di responsabilità, autoanalisi dei ruoli, motivazioni, intersoggettività. Aspetti procedurali, operativi. Comunicazione efficace.

Occorre prima,come previsto,una analisi che sia come una fotografia delle diverse realtà locali. Poi l’elaborazione di un progetto coerente”