Banca del Tempo: la banca dove si scambiano tempo e sapere
Fonte: www.ambientebio.it
La banca del tempo, dove i soldi non contano.
Da Nord a Sud, anche l’Italia, dagli anni ’90, si è interessata al fenomeno della “Banca del Tempo”. Si tratta di una sorta di istituto di credito dove non circola denaro, ma solo competenze. In questo sistema, l’unica moneta è costituita dal tempo. Vediamo insieme di che cosa si tratta.
Nata negli anni ’80, la Banca del Tempo si afferma da alcuni anni anche in Italia. Ecco un excursus storico su questa innovazione sociale.
Banca del tempo: come nasce l’idea
La Banca del Tempo è un sistema in cui le persone si scambiano, reciprocamente, attività, servizi e saperi. È un sistema organizzato come gli istituti di credito, con la differenza che le transazioni sono basate sulla circolazione di tempo e non di denaro. Inoltre, non si maturano mai interessi, né in passivo, né in attivo.
L’idea di creare dei sistemi del genere nacque in Gran Bretagna negli anni ’80, con il nome di Local Exchange Trading System. L’Italia inizia a guardarli con interesse durante gli anni ’90, sulla spinta dei comitati per le pari opportunità. Sono infatti soprattutto le donne a promuoverle e a frequentarle.
A partire dai primi mesi del ’98, iniziano a diffondersi anche nelle scuole medie e superiori. Qui i ragazzi imparano, sotto la guida di alcune insegnanti, a scambiarsi sapere e nozioni, capacità e hobby.
Non esiste una stima precisa. Tuttavia, secondo l’Associazione Nazionale che le riunisce, le Banche del Tempo sarebbero circa 450 in Italia, da Nord a Sud. “Sono dati da prendere con cautela. Ci vorrebbe infatti un osservatorio che realizzasse un’indagine per avere stime precise. I nostri iscritti sono 25mila, solo a Roma ne contiamo più di 9mila“, spiegava qualche tempo fa l’attuale presidente onoraria dell’Associazione, Maria Luisa Petrucci.
Banca del Tempo: cosa dice la legge
Questi particolari istituti del tempo sono stati riconosciuti dalla legge 50 del 2000, come strumento per favorire le pari opportunità. Ogni associazione è regolata da uno statuto e da un Atto costitutivo e, per legge, deve essere registrata.
Il loro obiettivo, oltre all’incontro tra persone, è il soddisfacimento di bisogni materiali e immateriali: dall’organizzazione quotidiana della vita, alla possibilità di allargare le proprie amicizie.
La regola di fondo è lo scambio reciproco: i soggetti che entrano a farne parte, infatti, devono essere pienamente attivi.
Ciascun socio mette a disposizione qualche ora del suo tempo per fornire a un altro socio un bene o una competenza: come delle lezioni di cucina, di musica, assistenza tecnica e altro. I beni sono calcolati in ore, indipendentemente dalla tipologia di servizio offerto. Le ore fornite vengono così “accreditate” in banca, quelle fruite “addebitate”.
Tutti gli scambi sono gratuiti, ma è previsto un rimborso spese, per esempio, per coprire i mezzi di trasporto o i materiali utilizzati nel lavoro svolto. È prevista inoltre una quota associativa, in genere annuale, variabile da Banca a Banca.
Banca del Tempo: le attività
Le attività sono tra le più disparate: il fulcro di tutto è il tempo che si condivide con gli altri, le ore impiegate per svolgere le attività con altruismo e piacere.
Chiunque può aderire, perché chiunque ha qualcosa da offrire. Le attività svolte esulano dalla professione esercitata e riguardano piuttosto la sfera degli hobby e degli interessi personali, anche per evitare equivoci per quanto riguarda attività soggette a imposizione fiscale o a regimi tariffari stabiliti dagli ordini professionali.
Come funziona per le Banche tradizionali, anche in una Banca del Tempo gli scambi si pagano con assegni presi dal libretto in dotazione di ciascun socio. Soci che avranno aperto un conto corrente sul quale la segreteria della banca assegna i crediti (le ore depositate) e i debiti (le ore ricevute), in modo tale da evitare che si “ritiri soltanto”.
Gli operatori della banca spesso organizzano riunioni, gite o altre occasioni d’incontro tra tutti i correntisti che desiderano partecipare, sia offrendo contributi fattivi alla loro realizzazione, sia semplicemente godendone.
Ovviamente non esiste circolazione di moneta: non è un lavoro, ma uno scambio personale e volontario.
Un modo diverso per riappropriarsi dei propri saperi, del contatto con la gente, per ripensare il concetto di scambio e attribuire del valore al proprio tempo.
Alcune fonti:
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