Il Tempo: Risorsa inestimabile da custodire in banca
Fonte: www.ladolcevita.tv
a cura di Gianluca Troiano
Il tempo è senza alcun dubbio una delle nostre risorse più preziose. Spesso diciamo di non averne abbastanza eppure negli anni ’80 del secolo scorso nacquero nel Regno Unito specifiche associazioni denominate appunto banche del tempo, diffusesi poi rapidamente in tutto il mondo, in cui ciascun socio mette a disposizione il proprio tempo per svolgere le mansioni più disparate, ricevendo in cambio non denaro, bensì un’altra prestazione da lui richiesta, della stessa durata, svolta anche da un socio diverso da quello che ha goduto della sua attività. In Italia vi sono attualmente circa 500 banche del tempo, situate in maggioranza al Nord. Le prime embrionali realtà associative di questo genere vennero istituite nel 1992, a Parma, per iniziativa della segretaria provinciale della Uil Pensionati. Tale organizzazione, con le sue attuali peculiarità, venne però, importata nel nostro Paese nel 1995 da Cristina Garattoni ex sindaco di Sant’Arcangelo di Romagna. Queste strutture, servono a valorizzare le capacità e il sapere, le tradizioni e le culture che non hanno valore di mercato, a conoscere la gente del proprio luogo, a recuperare il rapporto sociale alla pari, basato sulla relazione di reciprocità e di solidarietà. Dal punto di vista normativo tali entità sociali, sono disciplinate dalla legge n.53 dell’8 marzo 2000 e precisamente dall’art. 27 in cui al secondo comma si precisa che questi istituti possono svolgere attività compatibili con i propri scopi statutari; le prestazioni erogate non devono, però, costituire modalità di esercizio delle attività istituzionali degli enti locali, ovverosia l’opera svolta dalle banche deve essere una tantum e non può replicare nel lungo periodo l’offerta degli enti pubblici, né protrarsi tanto da poter configurare un rapporto di lavoro. Considerando il grandissimo impatto sociale di tali realtà, il Ministero del welfare, sollecitato dalle parti in causa, sta vagliando sia la possibilità di applicare un apposito emendamento alla legge di riforma del III° settore n. 106 del 6 giugno scorso, sia l’eventualità di promulgare un provvedimento ad hoc, come richiesto da diversi gruppi parlamentari, ciò ad ulteriore tutela di questi organismi che puntano ad essere ufficialmente inglobati nelle Associazioni di promozione sociale con la loro propria specificità. Non occorre nessun requisito particolare per iscriversi a tali istituzioni. A dicembre del 2012 è nata la banca globale digitale con l’intento di “eliminare” i limiti geografici tra i differenti istituti ed avvicinare i giovani a tali attività. Può essere prevista una quota associativa annuale. A livello nazionale l’80% dei soci sono donne. Grazie a queste banche si possono, interiorizzare nuove capacità da poter spendere anche in ambito lavorativo. L’unica banca del tempo e dei saperi operativa in Abruzzo al momento è la Kairos.
Come sottolinea la presidente, Giuseppina Rosati, le prestazioni scambiate tra i soci sono davvero eterogenee e dipendono dalle competenze individuali messe a disposizione: si va dalla semplice compagnia alla cura della persona, dall’accompagnamento esterno per il supporto nell’espletamento delle commissioni quotidiane, all’aiuto nello studio, dall’impartimento di lezioni di lingua straniera (inglese e spagnolo), o di alfabetizzazione informatica, alle consulenze professionali, di natura legale, psicologica, terapeutica, d’architettura e d’arredamento, dalle piccole riparazioni domestiche, allo giardinaggio per giungere poi ad attività ludico ricreative come i giochi di carte, ma anche laboratori di cucito, musica, canto e tanto altro ancora. In base al regolamento della Kairos, il tetto massimo di debito accumulabile da ogni componente è di 20 ore. Il socio che raggiunge o supera tale soglia non potrà ricevere servigi fintanto che non riporta sotto le 8 ore il proprio saldo tra dare e avere. La Rosati (in foto), sottolinea come in Kairos la trasversalità sia di genere che anagrafica dei soci sia molto importante, il Consiglio Direttivo è, infatti, misto.
La banca del tempo non corrisponde né alla pagine gialle né ad un’organizzazione di volontariato. Anche la collettività può ricevere sostegno dalla Keiros: almeno il 10% delle ore scambiate in un anno viene riservato, infatti, al servizio della comunità, ad esempio tramite l’apertura della biblioteca o la cura di beni pubblici. Seneca affermava che “nessuna cosa ci appartiene soltanto il tempo è nostro”. I suoi soci ritengono che Kairos sia: il momento opportuno in cui si fa qualcosa di utile per sé e per gli altri . Mica poco !